E alla fine mi sa che va così: ricomincio a scrivere il blog, piuttosto. Mi fa stare bene e mi sfoga.
Potrei anche mettere -come pensavo- una foto e tre righe di spiega, ma tutto sommato penso che quando sei a 180° di giro di mappamondo, non diciamo cretinate: scrivo eccome!
Comincio a scrivere a Milano, il giorno prima di ripartire.
Non so se sono più nervosa ora o nell'Aprile 2012. La verità è una sola: quando sarò là non ci sarà nè tempo nè spazio per pensare all'Italia. E sono convinta, comunque, che soffre di più chi resta, rispetto a quelli che partono. Così mi piace pensare. Devo riconoscere, comunque, che liberarsi di me è anche un sollievo. Che io sono un po' come il pesce (o l'ospite): non che io puzzi, ma diciamo che sono sempre lì, tra le scatole.
Considerazioni ittiche a parte, ora mi aspetta un po' di nuova avventura. Dovrò traslocare nella casa nuova e sistemare le bollette, oltre che avvisare le alte sfere che non sono più residente a Milano.
Le valige sono pronte e come al solito, nonostante i buoni propositi di selezionare accuratamente solo il minimo indispensabile, alla fine nella mia valigia (cioè, 2 valige) c'è di tutto. Libri soprattutto, tra cui un mitico libro di Jane Fonda, anni 80, che per un decennio è rimasto in bagno a casa. Non posso dire mi abbia "formato", ma mi divertiva molto. Mi facevano ridere gli esercizi di ginnastica proposti, nonchè una delle "modelle", afroamericana, che li eseguiva, con un occhio bendato come un pirata. Di Jane Fonda che fa esercizi non c'è nemmeno l'ombra.
Altre cose quantomeno particolari in valigia: due cappelli di Natale, di cui uno con trecce. Un tubo di cartone di 50 cm, del Punt e Mes, datato anni 70. Pieno di tazzine da caffè. Ne ho chiesta una a mia Nonna, che mi ha dato anche la sua benedizione. Ma alla dogana troveranno anche un treppiede per fare foto, un attrezzo per la ginnastica, un tappetino per taglierini, un tagliatartufi (senza i tartufi) e un paio di vestiti da sera. C'è anche un depila baffetti Svedese, a molla, e un catalogo della Mivar televisioni. Poi un paio di stoffe (più o meno già in forma). Tutto pronto.
Ho salutato tutti i miei amici più cari tra alcool e baccalà. Ho salutato mia nonna, ad Argegno, con una pizza. Ho lasciato la mia migliore amica quasi in sala parto, ma ha detto che resiste ancora un attimo. Proprio non vuole farmelo vedere, il pupetto ;)
Ho visto il Signor Mivar ad Abbiategrasso, e seguito un concerto degli Elii con mia mamma a Sesto San Giovanni. Sono stata a Lisbona 6 giorni, ma ho adorato anche le 40 ore a Trieste, con mia sorella.
Ho detto "ciao" a qualcuno - troppo in fretta - e ai miei con la dovuta calma. Ho incontrato qualcuno nel momento sbagliato, ma anche tanti nel momento giusto.
So già che domattina mi ci vorrà veramente qualcuno che mi inciti gridando: <<Torni a bordo, cazzo!>> E io lo farò senza fiatare. Per poi atterrare negli States all'urlo di <<Fuck Yeah, I'm back HOME>>.
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