venerdì 28 novembre 2014

Grazie grazie grazie

Rieccomi dopo un po' più di tempo del solito. Felice Thanksgiving da Mystic, Connecticut! E in genere: grazie grazie grazie a tutti quanti, per avermi aiutato a passare un altro anno eccezionale. Sebbene non sia la fine dell'anno, comincio a rivedere tutto quello che ho conquistato, e quello che ho avuto per caso, e quello che ancora ho sulla lista per Babbo Natale. Oggi però non voglio già tirare le somme, perchè ho ancora qualcosa in ballo che vorrei ottenere prima che il 2014 finisca.
Quando si è a scuola, Settembre segna un po' il giro di boa, in cui sei un anno più vecchio per davvero, dopo un'estate in libertà.
Ora, che lavoro, ho altre soglie da superare annualmente. Prima di tutto Ottobre, che è l'anno fiscale Americano, e segna come un orologio il tempo del mio visto. Poi Gennaio, che segna i nuovi giorni di vacanza (dieci, 10) che ottengo annualmente, e che consumo aggressivamente (tutti e dieci in un blocco solo) ma che incomincerò a usare con parsimonia. Poi ne ho 5 di "personal" in caso di emergenza (malattia, problemi in casa, inconvenienti vari) che centellino al minuto (o meglio al "quindici minuti" che è l'unitá di misura delle mie giornate. Registro il mio tempo a ore, con frazioni di quarti d'ora). 
In una scala molto più quotidiana, ogni settimana è un'altra conquista. Come passano in fretta quei maledetti 5 giorni+2. E poi i mesi, di cui tengo traccia a suon di affitto. Che non è molto ma è quello che è, e va pagato. 
Il tempo passa e diventa difficile tenere traccia delle conquiste che faccio. A volte penso che se non scrivessi le cose sul blog, non me le ricorderei. Tante volte (una al mese almeno) me lo riguardo il blog, per vedere cosa è successo e a volte è quasi impossibile credere che tutte quelle cose sono successe in una settimana, e per davvero. 
Sono contentissima della mia vita americana, molto di più di quella Italiana forse. Ci sono cose che non posso avere, ma qui mi pare che sto usando molto di più quello che sono. Non sono ancora al 100%, ma in Italia sentivo che stavo dando il 20% forse, e andavao a scendere.
Non parlo dal punto di vista degli affetti, ma da quello lavorativo o professionale. E con ciò considero gli anni dell'università come "professionale". Venire qui avrebbe potuto portarmi al 5% considerando la differenza di lingua etc. invece mi ha portato molto più avanti. Non so di quanto, ma di molto. 

Quindi dico grazie, grazie, grazie a tutti quanti, in entrambi i continenti, per avermi supportato (e sopportato - come aggiungo sempre) per un altro anno. Per essere sempre pronti a sentire le mie scemate, o anche per aver la pazienza di aspettare una settimana in più, per avre notizie da me. 

E ora veniamo a quello che ho fatto, in ordine cronologico, prima di buttarsi su Thanksgiving 2014. Partiamo con la Mostra Fiberart, al Pittsburgh Center for the Arts. Mostra di fibre e tessuti, usati in maniera artistica, per creare sculture o "quilts" che vanno molto di moda. In italiano, li chiamerei "arazzi". 



Come vedete c'era un po' di tutto, in tutte le forme, su pareti, soffitti e pavimenti.


Lasciando l'arte da parte, ecco  Mr Martin che sbircia dall'idromassaggio. Che micione...


Qui sotto invece vedete la Fiera del Vintage, che è stata molto carina e che è durata solo una mezza giornata. C'era di tutto dall'abbigliamento alle cose per la casa, e c'erano dei pezzi molto costosi, tipo macchine da scrivere, lampade, mobiletti... Tutto anni 30,40 e 50. C'erano dei vestiti da signora, anni 50, quelli da cocktail molto minimali... Pensavo che esistessero solo nei film. E che colori accesi!
Ho solo una foto di ambiente, perchè era troppa la gente per fermarsi a fare foto con calma.fatevi un idea dall'alto...


Quel sabato sera scorso, e mi pento di non acere foto, è stato quello dove abbiamo invitato degli amici a cena, e io ho fatto la paella dopo 3 anni che non la facevo. È venuta molto buona. Ho fatto una pentola enorme, e alla fine è rimasto solo una ciotola. Non male!

Domenica, ho passato una giornata un po' improvvisata, siccome dovevo intervistare un artista che fa collages bellissimi (Seth Clark, ve ne ho parlato) ma che alla fine ha cancellato tutto, a causa di una brutta influenza. Rimanderemo a dopo Thanksgiving.
Sono stata lasciata a casa, dove mi sono cambiata e sono andata a fare i miei 5 miles di corsa, poi mangiato qualcosa, chiamato i miei, e poi preso un Uber, il famoso servizio di Taxi improvvisati, ma organizzatissimi tramite una app stupenda. In pratica, dal tuo telefonino, vedi gli Uber disponibili (le macchine "taxi"), vedi chi sono i guidatori, vedi il punteggio che hanno (dato da clienti precedenti) e inserisci il percorso che devi fare. In meno di 5 minuti qualcuno arriva (coi Yellow Cabs non sai mai chi ti arriva e tantomeno quando) e puoi tracciare tutto sul tuo telefono, vedendo l'icona dell'Uber car che si muove sulla mappa. Ho voluto prendere un paio di cose per la casa, e fare un po' di shopping di collant che consumo come se fossero posate di plastica. Mi sono davvero trattata bene e ho anche trovato dei leggins di lana, molto ben fatti, che ho preso in due colori: grigio e verdone, e che sono davvero caldissimi. Fantastici per l'inverno di pittsburgh. Nel reparto ginnastica ho anche preso dei guanti da palestra nuovi (quelli vecchi erano tutti consumati) e un nuovo attezzo per fare gli addominali. È una rotellina che ti costringe ad usare tutti i muscoli che hai. Bisogna usarlo con parsimonia e attenzione, perchè può fare male.
Il mio abbonamento in palestra finirà a gennaio, e penso che lo smetterò per un po', per poter studiare. Tanto gli esercizi che faccio posso farli da casa, e al massimo compro un paio di attrezzi e via (vorrei comprare anche l'elastico, che va bene per braccia e gambe). Alla fine dello shopping ho preso il mio Uber in direzione casa, in una fredda serata un po' "gloomy", e sono tornata a casa felicissima di tutte le mie borse di plastica, col simbolino rosso. 


Mamma e papa: Target è dove siamo stati assieme, quel bel centro commerciale dotato di tutto. Non ho mai lasciato Target senza quello che mi serviva, e quello che NON mi serviva...
Stavolta (ma mi serviva) ho anche somprato un tappetino per la porta, da mettere fuori dalla cucina, che rende il mio rientro molto più accogliente. Voglio trattarmi bene benissimo, da un po' di tempo a questa oarte.

Quello è stato il weekend prima di Thanksgiving, concluso con una foto dei fiori di Eric che stanno decsamente sbocciando:


La settimana è stata corta: solo lunedí, martedí e poi mercoledí mezza giornata. Mercoledí pomeriggio, quando dovevamo partire, è arrivata una forte tormenta di neve, ovviamente, e il nostro volo è stato spostato 3 ore dopo. Mi girano sempre le palle, ma Eric è sempre tranquillo e ha risolto tutto. Abbiamo fatto un pranzo "extra" in un posto italiano davvero buono, chiamato Mercurio. È una catena che fa pizza napoletana e panini, oltre che avere una generosa selezione di gelato artigianale. Io non ho mai veramente preso la pizza (ho solo assaggiato) nè tantomeno il gelato che difficilmente prendo, in generale. Però posso assicurare che approvo ciò che vedo servito e c'è Giulio, una ragazzo italiano da Bari, che lavora lí e supervisiona tutto con perizia.

Il viaggio verso Mystic è stato davvero pesante per me. Ero stanca e un po' stomacata, ma comunque è andato tutto bene, nonostante il volo in continuo ritardo e poi all'autonoleggio un branco di inefficienti dietro al bancone. In macchina abbiamo guidato per un'ora e mezza, e alle 10:45 pm siamo arrivati, e abbiamo finalmente cenato. Qui sotto, uno dei mille tacchinetti finti che ci sono in casa, un'adorabile casetta cottage che ospita 11 persone, durante questa vacanza nazionale. 


Qua sotto, ecco quello vero, di tacchino. Consumato giovedí sera. Che buono! 


Qui sotto, le "pies" ossia le torte di frutta, che gli amicani mangiano con una palla di gelato. Io non le ho assaggiate, ma tutti hanno detto che erano buone.
La cena di Thanksgiving è stata davvero bella, come ogni momento passato con questi parenti di Eric. Sono persone molto dolci, gentili e super accoglienti. Ottimi cuochi, hanno fatto tutto secondo la tradizione. Questo è il mio vero secondo Thanksgiving, e mi piace molto. È una tradizione che se mai dovessi tornare in Italia, trasporterei di sicuro. Il tacchino, con il puree, i piselli bolliti... Magari non la zuppa di ostriche e il cranberry sauce, ma comunque... Esporterei l'80% del tutto.


Mystic è un posto sull'oceano, dedicato principalmente al turismo estivo. Ci sono anche dei boschetti, dove abbiamo fatto un giro, e questo sotto è uno dei muretti che in passato segnalavano i confini tra le varie fattorie. Ora è tutto bosco, come sui nostri monti.


Qui sotto invece vedete la parte di passeggiata lungo il porto. Faceva un po' freddo, ma non terribile. Io avevo lasciato i guanti a casa, ma con le mani in tasca non ho avuto problemi.


Ecco ancora il porto, con anche delle navi un po' vecchie, tipo galeoni. Mi hanno detto che fanno delle piccole crocuere, in primavera ed estate. Nel complesso, tutto il posto mi ricorda molto Cabot Cove e la Jessica Fletcher. Facendo le corna...


E qui le tipiche case di mare, sull'Oceano. Come vorrei averne una, e un lavoro superpagato per mantenerle...


Qui uno dei piccoli moli che le mega ville usano d'estate, per accedere alle loro barche (che ci fai con una casa cosí, senza barca?!?)


Qui sotto, tipica mattina sull'Oceano, vista da casa "nostra" (lasciatemiiii sognaaaaareeeee....)


Qui sotto invece, l'attività principale della vacanza: leggere sul divano, alternandi quello al dormire sul divano. Per fortuna ci costringiamo a fare anche un paio di passeggiate. Con Eric abbiamo persino fatto una corsetta. Poi continuato a leggere i nostri libri. Io ne ho uno molto bello ma anche molto molto triste, con racconti brevi che sono davvero intensi.


Stamattina è un po' freeddo, ma mi sono alzata e vestita in fretta e sono andata per i fatti miei a prendere un caffè, camminando lungo la stradina verso il centro della cittadina. Mi sono fermata in un piccolo market, dove ho preso il mio hot coffee all'aroma French Vanilla, e scritto gran parte di questo blog.
C'era anche una bella selezione di dolciumi italiani, tipo torroni e marzapane, e ho preso un po' di cose che fanno "Natale" in Italia, come piccolo ringraziamento per avermi ospitato e nutrito per 4 giorni. Avevo anche portato due libri da Pittsburgh, uno scritto e uno di quadri locali, ma in effetti qui vengo trattata come una principessa, e mi sono davvero sentita in dovere/piacere di aggiungere qualcosa.



E con questa foto vi lascio, per ora, da mystic Connecticut. Ora che cioenso, questa è la mia prima volta in Connecticut, dove c'è la più grande comunitá di Italoamericani in America, nonchè la "vera pizza". 

Io però preferisco Pittsburgh.

Ci risentiamo da lí!



domenica 16 novembre 2014

Winter Tales

Racconti invernali. Ormmai,questa sembra un po' essere la realta' delle giornate. Commincia l'inverno che rende tutto bianchissimo, anche senza neve. Pittsburgh d'inverno mi ricorda molto il Giappone, con quel pallore lattiginoso che avvolge tutto quanto.
Eppure, tipo ieri, ci sono delle giornate di sole ghiacciato, che per qualche ora restituiscono colore alla citta'.

La mia settimana e' stata molto buona, non mi posso lamentare, a parte il freddo fuori (ma casa mia e' molto calda, ora). Lavorativamente parlando, non so nemmeno bene dove sia finita, tanto e' passata in fretta. Sono soddisfatta del lavoro fatto, e di un po' di "overhead" di cui mi prendo cura, per lo studio. In praica, si trata di piccoli compiti che servono a rendere piu' fluido il flusso lavorativo. E' lavoro che nessun cliente paga, ma che se non venisse fato, renderebbe ogni altro compito molto difficile, o piu' lento.

Domenica scorsa vi ho lasciato prima di andare al cinema, a vedere un documentario con Orson Welles. E' stato molto bello, mi ha fatto piacere vederlo. 


Adesso, a Pittsbugh, c'e' il Three Rivers Film Festival, ed e' davvero ben organizzato con tantissimi film di vario genere. Dura un paio di settimane, mi pare, ed e' una bellissima attivita' invernale. Domenica scorsa, partendo da casa, ho incontrato Eric al cinema, direttamente. Ci sono arrivata con il bus, e la mia famosa Busway, che da quando mi sono trasferita nella casa di adesso (da un anno e un mese! come vola il tempo) non uso quasi piu'.

(foto presa dalla mia fermata, verso la Penn Station, in Downtown. Mi ricordo sempre di quando Ele era qui, e siamo state sotto il cupolone per fare foto).

 Al cinema, mi sono rilassata e ho gustato il film, anche se era molto complesso sia per contenuti che per accenti e pronuncie. Eric mi ha aiutato con un po' di pezzi di storia e un po' di parole desuete. Sono certamente migliorata nel mio inglese, ma ancora riconosco che a volte non mi esprimo correttamente, o che qualcuno non mi capisce, e questo mi rende un po' matta. Non dovrei essere dura con me sessa, ma a me pare che, dopo due anni e mezzo, se prima era solo un "accento interessante", ora e' solo che non parlo correttamente. Tutti continuano a dirmi che il mio accento e' molto bello, lovely perfino, ma a me girano un po' le palle.

Film a parte, questa settimana ho studiato un po' di meno, ma non importa. Lunedi' siamo andati nel nostro bar ristorante caraibico per una birra, per festeggiare il nostro anniversario. Dopo un anno sono molto contenta, e non l'avrei mai pensato. Mi sono sempre considerata una solitaria, ma potrei riconsiderarmi del tutto, adesso. Lo sto gia' facendo.  Poi cena a casa, ma semplice, con un po' di buoni leftovers che c'erano. 

Martedi c'era una delle sessioni di studio degli esami ARE, per diventare architetti negli States. Sto ancora aspettando una risposta dall'ordine degli architetti. Devono dirmi se ho studiato abbastanza, e se il Politecnico di Milano e' un'universita' degna degli standard Americani. No  comments...

Mercoledi' siamo andati a cena a casa di Julia, ed e' stato davvero bello. Era tantissimo che non ci vedevamo, e almeno due anni che ci ripromettavamo di fare una cena assieme. Finalmente abbiamo avuto l'occasione di farlo, a casa sua, molto tenera e accogliente, in una bella zona residenziale. Cena buonissima, ovviamente! Lei e' davvero un'ottima cuoca. E anche una gran sarta! Mi ha fatto vedere le sue creazioni e mi sono davvero piaciute molto.

Giovedi c'era un evento nell'Universita' Carnegie Mellon, organizzato dagli studenti di architettura in collaborazione con lo YAF. E' stato bellissimo: si trattava (per noi "grandi") di fare revisione ai progetti degli studenti di 5 anni diversi. E' stato davvero divertente e una fonte di ispirazione. Mi e' piaciuto molto e non vedo l'ora di rifarlo a primavera (cosi' abbiamo deciso). Come ex-studente italiana, mi viene da dire, e' incredibile 1) come usano le tecnologie piu' avanzate (in termini di bio architettura, per esempio, o sustainable landscape);    2) come se ne fregano del contesto! Sono un po' tutte delle astronavi che calano sulla zona di progetto, e fanno quello che vogliono. Incredibile davvero. 
Ripeto, molto divertente, ma completamente diverso dall'approccio al Politecnico.
Sono contenta della mia educazione, ma forse avrei integrato volentieri molti aspetti dell'universita' Americana. Non i loro prezzi, sicuramente. Studiare in America equivale a comprare una casa di lusso, e i debiti degli studenti sono davvero altissimi. Fa parte del sistema!
Ora un po' di foto della serata, davvero un successo. 


                                   (foto prese con l'iPhone6. Non male eh?!?)

Venerdi' e' stata una giornata veloce e molto densa, avrei avuto bisogno di due ore in piu'. 
A pranzo ho finito di chiudere l'orto, diciamo, e abbiamo rimosso le ultime balle di fieno. Nick (dello studio) ha tagliato l'erba. Io ho rimosso le balle di fieno (quelle dove avevamo piantato alcune cose, con risultati interessanti e tutto sommato soddisfacienti) e coperto un po' il terriccio della "sabbionaia" con parte della paglia. La cosa piu' interessante e' stato rimuovere i cavoletti di Bruxelles, dalla pianta. Aveva molte foglie, e sul tronco, i cavoletti crescono cosi':

Non l'avevo mai visto! Pazzesco eh?! Poi ci siamo rimessi allavoro, dentro, al computer.

Alle 6 ho dovuto lasciare, rimandando a sabato il resto delle cose rimaste fuori. Non male, comunque, e sono felice di avere cosi' tanti impegni. Mi fan sentire bene, occupata, e utile.
Con la mia bici, nel freddino invernale, mi sono diretta a Shadyside dove ho cucinato una pasta con ceci e formaggio, passata al forno. Ho anche aggiunto dei semini non di papavero, ma simili come forma e concetto, per rendere il tutto piu' raffinato. Qui vedete il risultato dopo essere stato nel forno: niente di specialissimo, ma comunque "good loking" e saporito.


Dopo cena abbiamo visto un film stupido, anni 70, chiamato Caddyshack. E' stato divertente, sono stata felice di averlo visto. La serata e' finita tardi, siccome Eric sta ospitando degli amici che arrivano da San Francisco. Sono i padroni di Mr Martin, tral'altro. Con loro abbiamo ascoltato musica elettronica fino a dopo mezzanotte, e poi finalmente siamo andati a dormire. Io ero stanca, essendomi alzata presto.

Sabato c'era un solo speciale, ma un freddo boia. Tipo meno 10, per intenderci. Dopo aver fatto colazione a casa, io sono andata a fare un servizio fotografico per la famiglia di Mel, che lavora nel mio studio. Come un annetto fa circa, faccio foto alla sua famiglia, coi due bimbi e il marito. E' stato davvero divertente e ho delle belle foto, anche se non e' stato facile, col piccolo di 2 anni e mezzo, che non sta fermo un attimo. Spero che le piacciano le foto! Penso di averne di belle, ma avrei voluto poter fotografare i bimbi con piu' calma.

Ripresa la bici, mi sono diretta in studio dove per tre ore ho lavorato alle ultime cose che dovevo, facendo pranzo di fronte al pc, come in settimana. Niente di male, mi piace farlo. E la cosa piu' bella e' che ho fatto quel che dovevo.
Finito in studio, ho proseguito verso Downtown, per andare al cinema con Emily dello studio, e Victoria e Deanne, che hanno lavorato con noi fino a poco tempo fa. Poi mi sono diretta a casa mia, prima di essere recuperata da Eric per vedere la partita dei penguins al bar, mangiando buon cibo e bevendo buona birra. Abbiamo cominciato con una Franziskaner, e poi siamo passati alla IPA Indian Pale Ale, che e' un po' piu' amara e attualmente la mia preferita.
La partita dei Penguins e' stata speciale, fino all'ultimo erano pari, e poi sono andati ai "rigori" dell'hockey, che sono simili al rigore del calcio, ma con pattini, ghiaccio e mazza.
Be', la squadra di NY ha fatto l'ultimo gol e sembrava avessero vinto. le persone stavano gia' lasciando gli spalti, quando i giudici hanno deciso che il gol non era valido (perche' aveva rimbalzato due volte sulla mazza del pattinatore, prima di entrare in porta) e quindi hanno dovuto continuare. Alla fine, iPenguins hanno vinto, con le persone in strada che non capivano piu' niente, siccome avevano lasciato troppo presto. Che ridere... Persino il portiere dei Penguins si era gia' ritirato negli spogliatoi, imprecando per la sconfitta. Poi tutto e' cambiato, in 5 minuti spettacolari. Che partita!

Ora e' domenica, abbiamo fatto colazione all'americana nel nostro bar preferito, e sono molto contenta. Sono davanti al camino, ed Eric era qui con me prima di andare a lavorare un pochino, 5 metri piu' in la'.

E con questa foto vi lascio, mentre finisco il post. Poi vado a studiare, poi vado a casa del cugino Ken, per cucinare con loro. Fuori fa un freddo becco, e questi sono i miei racconti invernali, sempre un po' diversi.

Ciao!






domenica 9 novembre 2014

De-composizioni


Ebbene eccoci in Inverno. Welcome to the Burgh. Like a frozen Burgher. La natura si decompone, quindi tutte le foto che uno potrebbe fare, sulla natura e il paesaggio, sono automaticamente "de-composizioni". Come il mio Le Corbusier dimostra. Venerdi ho dovuto proprio buttarlo fuori, siccome stava collassando, completamente marcio. Che schifo: muovere una zucca marcia e' una delle cose piu' disgustose del mondo.


Vi metto pure una foto dell'orto che ho smontato, nel primo pomeriggio. Ho rimosso gli ultimi pomodori e tagliato le erbe aromatiche. L'erba cipollina in particolare. Buonissima... E poi ho anche fatto l'ultima raccolto di rucola. Spattacolarmente buona e forte. 

Contraltare a quello che si decompone, vi metto un paio di cose che tengono duro, per ora. Eccole qui: i limoni in studio e i "paperwhites" di Eric, nella sua cucina. Penso siano dei narcis bianchi, molto belli. Stanno crescendo bene. Il fiore che vedete e' un'orchidea che si e' staccata, e che lui ha salvato piantandola coi bulbi. Una bella mistura di flowers.

Qui i paperwhites:



Qui sotto: i nostri limoni:



Qui sotto: un'orchidea che e' bella e basta, tanto per fare.


Ora pero' focalizziamoci su cose un piu' divertenti. Cioe' una settimana "di roba". Il freddo non mi ferma. Vi ho lasciato ad Halloween, ora vi riprendo con un po' di arte dalla Pittsburgh Biennial. Era al Pittsburgh Center for the Arts, vicino a casa di Eric, e ci siamo andati proprio l'ultimo giorno di chiusura. La mostra e' stata su mesi, ma non ci sono mai andata. Non era eccezionale, ma cumunque buona. Vi metto un paio di opere che ho particolarmente apprezzato. 


il tizio qui sotto ha inviato la sua opera pezzo per pezzo! senza incartarla, ha messo i francobolli sull'opera direttamente. Un genio. Poi hanno rimontato tutto, una volta che i pezzi sono arrivati a destinazione. 


Questo invece e' un boomerang < da ritornare al mittente>. 

Qui sotto, un bellissimo collage:

Queste cosette invece le ho trovate in un negozio di libri usati. Hanno usato i libri per fare le casette.

Poi una di cibo: se in settimana mangio molto semplicemente, durante il weekend mi concedo qualcosa di un po' diverso e speciale. Tipo questo hamburger di tacchino che meritava. Aveva una crema di mirtilli che ammetto era un contrasto molto raffinato.



Martedi sono andata al sushi con Marcella, il nostro appuntamento mensile, dove ci aggiorniamo di tutto. Dal suo giro Europeo mi ha portato un bellissimo gufetto. Per la mia collezione privata, di uccelli. Gufi in particolare. Mi piace ricordarlo, nel caso voleste farmi un regalo. Questo si illumina d'immenso, in tutti i colori dell'arcobaleno. Visto che al momento sto studiando come una matta come fare "Case Sostenibili" vi metto il gufo "verde".

A proposito di regali, un altro dettaglio: Mamma, e' tua questa sciarpa? L'ho trovata nel mio armadio ed e' il tuo stile, e sono sicura che me l'hai lasciata apposta cosi' che io la usi. 
Bhe', la uso! Qui sono in studio che lavoro, con la mani che mi gelano, e il collo che mi suda. Adoro la sciarpa e spero proprio che sia tua. (Non saprei di chi altri, tral'altro...) Papa': come si scrive <tral'altro>? Te fai il controllo qualita' :-D

L'Inverno a Pittsburgh (perche' l'autunno dura due settimane, poi e' subito inverno) puo' essere molto triste, se non sai come "usarlo". E' molto importante fare si che ;e tue giornate siano un po' piu' felici di queste foglie morte.

Come ottenere cio', direte voi? Ma con gli amici! Ma con i tour in giro per Lawrenceville (ve lo spiego tra poco). In pratica, con dei weekend davvero divertenti. E la cosa bella e' che in questo momtento, grazie ad una sapiente riorganizzazione dei miei tempi, riesco a divertirmi e studiare anche. Ci tengo a dirlo perche' in effetti sto studiando molto. in media, un'ora e mezza al giorno, per darvi un'idea. Non studio tutti i giorni, ma quando lo faccio, e' intenso.

Sabato, dopo una mattinata abbastanza tranquilla a casa a studiare (io) siamo andati nel quartiere di Lawerceville che in pratica è la Porta Ticinese di Pittsburgh, piena di negozietti hip e ristorantini carini ma ancora "affordabili". Sto cominciando a italianizzare le parole inglesi. Tempo 5 anni e parlerò come il Padrino, e mi ci vorrà un traduttore speciale per capire cosa dico, in entrambe le lingue.
Lo scopo di essere a Lawrenceville era di vedere l'Artist Studio tour, e prima di quello abbiamo fatto un buonissimo pranzo da Industry (un birrificio con cucina) con i nostri amici Greg e Doris. [Ci ero stata anche con Mamma e Papà, quando sono venuti qui] 
È stato particolarmente bello e divertente: siamo proprio un gruppo di simpatici. A volte un po' sopra le righe, ma non importa: ci piace divertirci e abbiamo molti interessi in comune. 
Dopo il pranzo, e delle belle birre per darci il coraggio di uscire al fredduccio (non è ancora folle, ma si fa sentire) abbiamo incominciato il tour degli studi. Purtroppo Eric ed io avevamo poco tempo, per una cena a casa sua che dovevamo preparare. Siamo però riusciti a vedere 4 studi interessanti, pieni di artisti che conoscevamo e alcuni nuovi. Gente che si vede nei musei di qui, artisti locali ma con un certo peso. È stato molto interessante anche scoprire i posti, e vedere questi spazi di lavoro e di vita (?!?! Dov'è la separazione?) che mi hanno ispirato molto, se dovessi pensare ad un mio spazio di lavoro. 
Vi metto un po' di foto per darvi un centesto visivo. Vedrete anche lo spazio di lavoro di uno degli artisti alla Pittsburgh Biennial. Buffo no? Questo short circuit di arte e persone.

L'artista tradizionale, Ron Donoughe:

 L'artista giovane e talentato Seth Clark (ottima tecnica: un collage raffinatissimo di piccoli pezzetti)
 La sua arte è piatta, ma sembra molto tridimensionale

Ogni artista, il suo stile:


Trovo persino una Olivetti vera!

Il teenager?!

L'artista "di Andy Warhol" (lunga storia, che non vi sto a spiegare qui)

...con la tomba di Andy Warhol, fotografata ogni giorno, per anni...

Poi la residenza studio di due artisti molto fighi.


Poi c'è anche la sciura in vetrina, con una fiamma ossidrica libera, che ciacola con le amiche.

Ci siamo presi un caffè nel mio negozio di dischi preferiti, dove trovo vinili della musica che ascolto ora, in digitale, dal pc...

Al pomeriggio tardo, una volta lasciati i nostri amici, ci siamo fiondati a fare la spesa, io al Giant Eagle e lui al wine store. Io ho preparato una lasagna di zucca, o meglio butternut squash, che sa di zucca, ma non come la nostra mantovana. Sinceramente, non ho ancora ben capito come funzionano le zucche qui e come al solito avevo poco tempo per fare tutto, quindi ho dovuto anche considerare il tempo di sbucciare zucche complicate. Il tempo non c'era, quindi... Amen!
La lasagna è venuta molto bene e sono stata molto contenta del risultato. Qui una fetta che ho portato a casa per il pranzo di oggi, domenica.


Altre cose che ho cucinato, due contorni molto invernali, uno di funghi e cipolle e peperoni al forno, con giusto un po' di sale e spezie, e poi della "yam" a cubetti piccoli, fatta al forno come le patate, con rosmarino. Nella zucca ci ho messo un po' di chiodi di garofano, e un formaggio di capra molto blando, oltre alla mozzarella e il parmigiano.
Il tutto era molto elegante e leggero, e la cena è passata molto bene. Siamo stati tutti molto felici.

Domenica, dopo una colazione a base di caffè, latte e cereali, leggendo il giornale, sono tornata a casa per fare le mie cose. Posso mica solo studiare!
Sto cercando di ridurre un po' il nomadismo delle mie settimane, prima che mi rovini l'umore. 

Stasera vado a vedere un film documentario su Orson Wells. È nel mio vecchio quartiere ma con il bus posso arrivarci abbastanza bene, senza stressarmi troppo nè prendere freddo.
Ora vi scrivo (finisco questo post) dalla lavanderia. L'asciugatura è quasi finita, e all'attivo ho già molte cose fatte. Non tutte, ma molte. Settimana prossima sarà molto piena di eventi, tra cene e appuntamenti YAF (Young Architect Forum). Sono molto felice di ognuno dei miei eventi.

E Thanksgiving si avvicina. Sto anche facendo un bigliettino che manderò via mail a tutti. Poi lo vedrete, per ora è un segreto segretissimo. 

Ciao a tutti!!!