Eccomi riemersa dagli scatoloni! E la casa è praticamente tutta a
posto, tranne che per la parte “studio”. Dovrò comprare solo un tavolo e due
librerie. Ovviamente IKEA, ma non pensiate che mi sia già arresa alla casa da
catalogo. Ora vi spiego tutto con ordine.
MARTEDI MATTINA: Ho lasciato l’Italia con la fregola di arrivare qui a
Pittsburgh nuovamente. Penso di essere stata abbastanza raggiante per tutto il
viaggio. Che è andato bene, sebbene abbiano fatto una sosta ad Halifax, prima
di farci atterrare a Newark. Ci hanno detto che dovevano per forza fare un
controllo alle toilettes, e che per motivi di sicurezza non potevano aspettare
oltre. Ce lo avevano detto già a Malpensa e a me è sembrato molto strano: cioè,
dopo 5 ore e mezza di volo, ci eravamo tutti rassegnati ad usare 3 toilettes su
6, facendo turni in maniera molto ragionevole. C’era proprio bisogno di
atterrare quando mancava un’ora alla destinazione? Non so cosa pensare, ma
hanno detto che ci ricompenseranno per il disturbo. Siamo comunque arrivati in
tempo e stavolta alla dogana non mi hanno fatto storie. Si vede che sto giro ho
beccato il poliziotto buono!
MARTEDI SERA: Arrivata a Pittsburgh, Marcella -la mia carissima amica
Italiana nonché guru personale- mi ha raccolto e accompagnato a casa, quella
“vecchia”, dove il cugino è stato molto contento di vedermi. Mi ha fatto vedere
tutte le ultime novità occorse in un mese e mezzo e io ho superato ampiamente
le 24 ore senza dormire. Il mattino dopo, alle 5:30 ero comunque sveglia e poco
oltre ero già lavata, stirata, colazionata e con tutte le scatole pronte per
essere caricate sul furgoncino. Ragazzi, dovete capirmi: è 5 mesi che sogno
ogni dettaglio, anche il più stupido, del mio trasloco. Non vedo l’ora. Ho
usato la compagnia U-Haul e ho affittato per 4 ore il furgoncino più piccolo.
Io mi aspettavo un IVECO Daily, e invece era una piccola corriera. Poco male:
nonostante le strade strette, le curvette, le colline e il manto stradale a
groviera, ho caricato scatole, mobiletto e bicicletta. Tutto assieme, tutto da
sola, e l’ho portato in casa nuova. Dove ho scaricato tutto da sola. Poi ho
riconsegnato il furgone che, nonostante il piccolo tragitto, ha bevuto un sacco
di benzina. Che ho fatto da sola al distributore, senza battere ciglio.
Sto decisamente “raising the bar” (alzare il livello) per quanto
riguarda quello che posso fare. Sono anche passata in studio, a fare un saluto,
nonché a bullarmi del mio furgoncino. Non ho fatto i “freni a mano” nel
parcheggio, ma poco ci mancava.
In casa nuova era già tutto pronto: luce gas e acqua calda. Ho dovuto
solo aprire le scatole e creare gli ambienti. Le foto parleranno da sole. La
mobilia c’era tutta, ma dovevo comprare qualcosa per la cucina, per cucinare.
per ora beccatevi la cucina
Gran parte delle cose le ho comprate in un posto di seconda mano,
perché non volevo delle ceramiche IKEA, così omologate. Ho trovato, invece,
cose molto buffe e perfette per il mio scopo. Le cose più importanti, comunque,
le ho comprate nuove al supermercato. Dell’IKEA prenderò molto poco. Cioè, io
parto con quell’idea, poi vedremo. Ci andrò tra 10 giorni.
La mia nuova zona è molto particolare. Meno ricca della precedente, che
era proprio di lusso, ma molto più interessante. La cosa più bella è che ho
tutto a portata di mano. Forse ancora meglio della casa che ho affittato per 4
mesi in inverno. Con la bici arrivo subito ovunque io voglia andare e questa
cosa è fondamentale per me. Non voglio più dover arrancare in collina: non in
inverno soprattutto.
Il tempo, per ora, è ancora bello e molto caldo di giorno. Al mattino
però fa freddino, ovviamente.
L’evento più bello è stato stasera, con la papera gonfiabile alta 40
piedi, che galleggiava nei fiumi. Tantissime persone si sono radunate per
vederla, spaventoso! Non ho mai visto così tante persone e devo ammettere che
ne ho avuto anche fastidio. Non potevo muovermi e il casino era davvero troppo,
persino per me. Comunque Pittsburgh si è
rivelata ancora una volta la città del “possibile
inimmaginabile”.
È valsa proprio la pena di venire a vedere questo spettacolo. Ovunque c’erano
bancarelle di cibo e prodotti di arte e design. Forse un po’ paccottiglia, il
più delle volte, ma è sengno di un economia positiva, che ci prova. Sono
contenta di essere di nuovo qui.
Finalmente a casa!
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