Rieccomi dopo un po' più di tempo del solito. Felice Thanksgiving da Mystic, Connecticut! E in genere: grazie grazie grazie a tutti quanti, per avermi aiutato a passare un altro anno eccezionale. Sebbene non sia la fine dell'anno, comincio a rivedere tutto quello che ho conquistato, e quello che ho avuto per caso, e quello che ancora ho sulla lista per Babbo Natale. Oggi però non voglio già tirare le somme, perchè ho ancora qualcosa in ballo che vorrei ottenere prima che il 2014 finisca.
Quando si è a scuola, Settembre segna un po' il giro di boa, in cui sei un anno più vecchio per davvero, dopo un'estate in libertà.
Ora, che lavoro, ho altre soglie da superare annualmente. Prima di tutto Ottobre, che è l'anno fiscale Americano, e segna come un orologio il tempo del mio visto. Poi Gennaio, che segna i nuovi giorni di vacanza (dieci, 10) che ottengo annualmente, e che consumo aggressivamente (tutti e dieci in un blocco solo) ma che incomincerò a usare con parsimonia. Poi ne ho 5 di "personal" in caso di emergenza (malattia, problemi in casa, inconvenienti vari) che centellino al minuto (o meglio al "quindici minuti" che è l'unitá di misura delle mie giornate. Registro il mio tempo a ore, con frazioni di quarti d'ora).
In una scala molto più quotidiana, ogni settimana è un'altra conquista. Come passano in fretta quei maledetti 5 giorni+2. E poi i mesi, di cui tengo traccia a suon di affitto. Che non è molto ma è quello che è, e va pagato.
Il tempo passa e diventa difficile tenere traccia delle conquiste che faccio. A volte penso che se non scrivessi le cose sul blog, non me le ricorderei. Tante volte (una al mese almeno) me lo riguardo il blog, per vedere cosa è successo e a volte è quasi impossibile credere che tutte quelle cose sono successe in una settimana, e per davvero.
Sono contentissima della mia vita americana, molto di più di quella Italiana forse. Ci sono cose che non posso avere, ma qui mi pare che sto usando molto di più quello che sono. Non sono ancora al 100%, ma in Italia sentivo che stavo dando il 20% forse, e andavao a scendere.
Non parlo dal punto di vista degli affetti, ma da quello lavorativo o professionale. E con ciò considero gli anni dell'università come "professionale". Venire qui avrebbe potuto portarmi al 5% considerando la differenza di lingua etc. invece mi ha portato molto più avanti. Non so di quanto, ma di molto.
Quindi dico grazie, grazie, grazie a tutti quanti, in entrambi i continenti, per avermi supportato (e sopportato - come aggiungo sempre) per un altro anno. Per essere sempre pronti a sentire le mie scemate, o anche per aver la pazienza di aspettare una settimana in più, per avre notizie da me.
E ora veniamo a quello che ho fatto, in ordine cronologico, prima di buttarsi su Thanksgiving 2014. Partiamo con la Mostra Fiberart, al Pittsburgh Center for the Arts. Mostra di fibre e tessuti, usati in maniera artistica, per creare sculture o "quilts" che vanno molto di moda. In italiano, li chiamerei "arazzi".
Come vedete c'era un po' di tutto, in tutte le forme, su pareti, soffitti e pavimenti.
Lasciando l'arte da parte, ecco Mr Martin che sbircia dall'idromassaggio. Che micione...
Qui sotto invece vedete la Fiera del Vintage, che è stata molto carina e che è durata solo una mezza giornata. C'era di tutto dall'abbigliamento alle cose per la casa, e c'erano dei pezzi molto costosi, tipo macchine da scrivere, lampade, mobiletti... Tutto anni 30,40 e 50. C'erano dei vestiti da signora, anni 50, quelli da cocktail molto minimali... Pensavo che esistessero solo nei film. E che colori accesi!
Ho solo una foto di ambiente, perchè era troppa la gente per fermarsi a fare foto con calma.fatevi un idea dall'alto...
Domenica, ho passato una giornata un po' improvvisata, siccome dovevo intervistare un artista che fa collages bellissimi (Seth Clark, ve ne ho parlato) ma che alla fine ha cancellato tutto, a causa di una brutta influenza. Rimanderemo a dopo Thanksgiving.
Sono stata lasciata a casa, dove mi sono cambiata e sono andata a fare i miei 5 miles di corsa, poi mangiato qualcosa, chiamato i miei, e poi preso un Uber, il famoso servizio di Taxi improvvisati, ma organizzatissimi tramite una app stupenda. In pratica, dal tuo telefonino, vedi gli Uber disponibili (le macchine "taxi"), vedi chi sono i guidatori, vedi il punteggio che hanno (dato da clienti precedenti) e inserisci il percorso che devi fare. In meno di 5 minuti qualcuno arriva (coi Yellow Cabs non sai mai chi ti arriva e tantomeno quando) e puoi tracciare tutto sul tuo telefono, vedendo l'icona dell'Uber car che si muove sulla mappa. Ho voluto prendere un paio di cose per la casa, e fare un po' di shopping di collant che consumo come se fossero posate di plastica. Mi sono davvero trattata bene e ho anche trovato dei leggins di lana, molto ben fatti, che ho preso in due colori: grigio e verdone, e che sono davvero caldissimi. Fantastici per l'inverno di pittsburgh. Nel reparto ginnastica ho anche preso dei guanti da palestra nuovi (quelli vecchi erano tutti consumati) e un nuovo attezzo per fare gli addominali. È una rotellina che ti costringe ad usare tutti i muscoli che hai. Bisogna usarlo con parsimonia e attenzione, perchè può fare male.
Il mio abbonamento in palestra finirà a gennaio, e penso che lo smetterò per un po', per poter studiare. Tanto gli esercizi che faccio posso farli da casa, e al massimo compro un paio di attrezzi e via (vorrei comprare anche l'elastico, che va bene per braccia e gambe). Alla fine dello shopping ho preso il mio Uber in direzione casa, in una fredda serata un po' "gloomy", e sono tornata a casa felicissima di tutte le mie borse di plastica, col simbolino rosso.
Mamma e papa: Target è dove siamo stati assieme, quel bel centro commerciale dotato di tutto. Non ho mai lasciato Target senza quello che mi serviva, e quello che NON mi serviva...
Stavolta (ma mi serviva) ho anche somprato un tappetino per la porta, da mettere fuori dalla cucina, che rende il mio rientro molto più accogliente. Voglio trattarmi bene benissimo, da un po' di tempo a questa oarte.
Quello è stato il weekend prima di Thanksgiving, concluso con una foto dei fiori di Eric che stanno decsamente sbocciando:
La settimana è stata corta: solo lunedí, martedí e poi mercoledí mezza giornata. Mercoledí pomeriggio, quando dovevamo partire, è arrivata una forte tormenta di neve, ovviamente, e il nostro volo è stato spostato 3 ore dopo. Mi girano sempre le palle, ma Eric è sempre tranquillo e ha risolto tutto. Abbiamo fatto un pranzo "extra" in un posto italiano davvero buono, chiamato Mercurio. È una catena che fa pizza napoletana e panini, oltre che avere una generosa selezione di gelato artigianale. Io non ho mai veramente preso la pizza (ho solo assaggiato) nè tantomeno il gelato che difficilmente prendo, in generale. Però posso assicurare che approvo ciò che vedo servito e c'è Giulio, una ragazzo italiano da Bari, che lavora lí e supervisiona tutto con perizia.
Il viaggio verso Mystic è stato davvero pesante per me. Ero stanca e un po' stomacata, ma comunque è andato tutto bene, nonostante il volo in continuo ritardo e poi all'autonoleggio un branco di inefficienti dietro al bancone. In macchina abbiamo guidato per un'ora e mezza, e alle 10:45 pm siamo arrivati, e abbiamo finalmente cenato. Qui sotto, uno dei mille tacchinetti finti che ci sono in casa, un'adorabile casetta cottage che ospita 11 persone, durante questa vacanza nazionale.
Qua sotto, ecco quello vero, di tacchino. Consumato giovedí sera. Che buono!
Qui sotto, le "pies" ossia le torte di frutta, che gli amicani mangiano con una palla di gelato. Io non le ho assaggiate, ma tutti hanno detto che erano buone.
La cena di Thanksgiving è stata davvero bella, come ogni momento passato con questi parenti di Eric. Sono persone molto dolci, gentili e super accoglienti. Ottimi cuochi, hanno fatto tutto secondo la tradizione. Questo è il mio vero secondo Thanksgiving, e mi piace molto. È una tradizione che se mai dovessi tornare in Italia, trasporterei di sicuro. Il tacchino, con il puree, i piselli bolliti... Magari non la zuppa di ostriche e il cranberry sauce, ma comunque... Esporterei l'80% del tutto.
Mystic è un posto sull'oceano, dedicato principalmente al turismo estivo. Ci sono anche dei boschetti, dove abbiamo fatto un giro, e questo sotto è uno dei muretti che in passato segnalavano i confini tra le varie fattorie. Ora è tutto bosco, come sui nostri monti.
Qui sotto invece vedete la parte di passeggiata lungo il porto. Faceva un po' freddo, ma non terribile. Io avevo lasciato i guanti a casa, ma con le mani in tasca non ho avuto problemi.
Ecco ancora il porto, con anche delle navi un po' vecchie, tipo galeoni. Mi hanno detto che fanno delle piccole crocuere, in primavera ed estate. Nel complesso, tutto il posto mi ricorda molto Cabot Cove e la Jessica Fletcher. Facendo le corna...
E qui le tipiche case di mare, sull'Oceano. Come vorrei averne una, e un lavoro superpagato per mantenerle...
Qui uno dei piccoli moli che le mega ville usano d'estate, per accedere alle loro barche (che ci fai con una casa cosí, senza barca?!?)
Qui sotto, tipica mattina sull'Oceano, vista da casa "nostra" (lasciatemiiii sognaaaaareeeee....)
Qui sotto invece, l'attività principale della vacanza: leggere sul divano, alternandi quello al dormire sul divano. Per fortuna ci costringiamo a fare anche un paio di passeggiate. Con Eric abbiamo persino fatto una corsetta. Poi continuato a leggere i nostri libri. Io ne ho uno molto bello ma anche molto molto triste, con racconti brevi che sono davvero intensi.
Stamattina è un po' freeddo, ma mi sono alzata e vestita in fretta e sono andata per i fatti miei a prendere un caffè, camminando lungo la stradina verso il centro della cittadina. Mi sono fermata in un piccolo market, dove ho preso il mio hot coffee all'aroma French Vanilla, e scritto gran parte di questo blog.
C'era anche una bella selezione di dolciumi italiani, tipo torroni e marzapane, e ho preso un po' di cose che fanno "Natale" in Italia, come piccolo ringraziamento per avermi ospitato e nutrito per 4 giorni. Avevo anche portato due libri da Pittsburgh, uno scritto e uno di quadri locali, ma in effetti qui vengo trattata come una principessa, e mi sono davvero sentita in dovere/piacere di aggiungere qualcosa.