Accendiamola, questa notte (cioè Venerdì notte) e diamo inizio alle feste! Non mi sono mai piaciute le feste natalizie, ma da quando sono lontano dalla mia famiglia, le adoro. È un misto di nostalgia e comunque affetto, perchè mi ricordo tutti i bei momenti passati assieme. Una sensazione positiva, tutto sommato. E molto consapevole.
Il fatto è che ora sono qui e faccio una vita tutta nuova, tutta mia, che ho voluto io, quindi la nostalgia sarebbe un sentimento sbagliato. Diciamo che penso all'Italia, con tanto affetto, ma qui ci sto davvero bene. E poi le mie settimane sono sempre dense di piccole cose, che tutte contribuiscono ad accendere (di divertimento) la settimana, ogni settimana, e non solo una notte.
A parte rimanere incasinata con Skype, che mi ha preso molto tempo e mi ha abbattuto un pochino (mi hanno piratato il profilo - che ora non esiste più) ho fatto tante piccole cose che hanno dato senso e significato alle mie giornate. Il mio scopo è quello di andare a letto, ogni sera, e sentirmi soddifsfatta. Anche qusta settimana è andata così.
Lunedì innanzitutto è arrivata in studio una nuova ragazza, molto qualificata e professionale, oltre che simpatica. A casa, invece, ho deciso di prendere in mano dei libri di cucina che avevo già e ho deciso di imparare a fare le famose (in America) "casseroles". In pratica, mentre sfogliavo, mi sono resa conto che si tratta di un mischione di tutto ciò che giace in frigo, che poi viene sbattuto in forno. E dopo quello, una volta freddo, puoi anche surgelarlo. Viva mamma America!
Io ho fatto una sorta di gattò di patate e yams, con prosciutto e formaggio. Molto buono.
Martedì è stato un giorno molto intenso al lavoro, anche perchè il mio studio ha ricevuto un importante riconoscimento dal City Council (dal Comune) e io sono stata portata nella sala consiliare, con loro, a fare le foto "ufficiali" dello studio. Per fortuna sono riuscita a farne una stupenda, e altre buone. ma non è stato facile, per nulla! C'erano fari in ogni angolo, quindi riflessi a manetta.
A rilassarmi ci ha pensato mia madre, con i suoi simpaticissimi esperimenti (riusciti) di emails. Riceverle da lei è davvero una gioia per me. Non è certo facile per lei, che non sa usare benissimo il computer.
Mercoledì è stato il temutissimo giorno del black-out di 17 ore, per motivi di lavori in zona. Ora, io sono rimasta scandalizzata dal numero di ore, ma devo ammettere che non ne ho praticamente risentito. E poi mi è stato detto che non è stato così lungo. Io ho avuto solo qualche problema al mattino, a colazione. Ma l'unica cosa elettrica che dovevo usare (a parte internet, per la radio sull'iPad) era la mia bella moka elettrica per fare il caffè. Il problema è stato risolto a monte, la sera prima, facendo il caffè in anticipo e poi scaldandolo al mattino, sul gas. No drama, quindi, e per truccarmi ho usato una candela, anche se l'operazione non mi prende più di un minuto.
Alla sera, posto che avevano detto non ci sarebbe stata elettrcità fino alle 8, ho fatto in modo di rimanere in studio più a lungo e poi di andare fuori a cena con Marcella. Siamo andate in un posto Thai, molto buono, chiamato Little Bangkok. Lì ho chiesto un insalata col pollo e ho preso coraggio chiedendo "piccante 10". Devo ammettere che mi ha purificato completamente, era buona, non ho sofferto troppo, ma l'insalata era piena di semi di peperoncino, che davano una croccantezza molto insolita. Perturbante, oserei dire. Ma sono sopravvissuta e dopo cena siamo anche andate ad un evento Internations lì vicino. Si tratta di un'associazione che organizza happy hours o cene tra professionisti stranieri, da tutto il mondo. Ho sempre modo di conoscere gente interessante, e stavolta ho anche incontrato un ingegnere di Genova, Alessio, molto simpatico ma anche molto pendolare, tra Ita e USA. È sempre interessante confrontare le esperienze di noi Italians all'estero. Molto istruttivo. Dopo "una certa" (espressione che mia sorella odia, ma non usavo da un po') ho dovuto tornare a casa, per cucinare in anticipo un antipasto per una cena di Thanksgiving tra amici. Ho fatto delle polpette di manioca e cavolo, con formaggio, visto che ognuno doveva portare qualcosa.
Entriamo quindi nel giovedì prima di Thanksgiving, che in studio era un giorno speciale. A pranzo i capi hanno fatto un bel discorso, sempre legato ai 25 anni di attività, e poi abbiamo assistito ad una presentazione su di una conferenza organizzata a Pittsburgh, sul tema delle ex città industriali. Si chiamava Remaking Cities Congress.
Su quella presentazione ci ho lavorato molto in settimana, ed è andato tutto bene. Per me è stata un'ottima occasione di approfondire la mia conoscenza su Pittsburgh e capire molte dinamiche urbanistiche, con esempi da tutto il mondo. Si parlava persino del caso di Torino, città che amo decisamente. Era una collaborazione mondiale, con molti contributi dall'Europa. pensate che era coinvolto anche il Principe Carlo, da Londra, con tutti gli onori, perchè 25 anni fa era a Pittsbyrgh per la prima conferenza, e pare (l'ho scoperto solo ora) che sia coinvolto in associazioni di buona progettazione urbanistica, e che si sia dato da fare per migliorare molte città ex-industriali in Gran Bretagna. Bravo Principe!
Alla sera, la cena da questi amici è stata deliziosa, divertente e super welcoming. Tutti hanno detto grazie per qualcosa, nella migliore tradizione di Thanksgiving, ma tutto era messo sul ridere. Il cibo era buonissimo e c'era anche un tacchino enorme, proprio come nei fumetti. Era semplicemente perfetto, un'ottimo modo per dare inizio alle festività. Meno impegnativo che con le famiglie, e comunque molto significativo lo stesso. Una cosa da amici, sincera e simpatica.
La casa degli ospitanti era in una zona di Pittsburgh che non avevo mai visto (si chiama Troy Hill) ma che rivisiterò ancora con calma. So che c'è una chiesa con il maggior numero di relique di Sant'Antonio, che nemmeno a Padova. Tutti, soprattutto i non cattolici, mi dicono di andare a vederla. Sono curiosissima. Quella sera era già notte, e non ho visto molto. Ho capito però che era molto in collina, con vista su fiumi e Downtown da fare invidia a chiunque. E le casette hanno un loro carattere molto continuo lungo le strade. È stata una biciclettata davvero piacevole.
Venerdì invece era il giorno della Light-Up night. In pratica, tutta Pittsburgh si accende a Natale, con tanto di fuochi artificiali. C'è il solito party sul ponte, pieno di persone e di bancarelle di cibo, nonostante il freddo.
Prima di andare lì, l'appuntamento coi miei amici era all'Andy Warhol Museum, stupendo come sempre, e appena rinnovato nel foyer e nel book-shop. Ora, considerando che si tratta di Andy Warhol, nel bookshop puoi trovare ANCHE libri, ma per lo più vendono cose inutili e scandalose. Adoro quel posto perchè si trova davvero di tutto, dai vestiti all'oggettistica, e tutto è decisamente "troppo" o perlomeno "oltre".
Al museo c'era una sorta di happy hour (si poteva bere un paio di birre) ma io dopo la serata di giovedì non avevo certo voglia di bere nient'altro.
Ho conosciuto un disegnatore/illustratore davvero bravo e simpatico, David Pohl, con il quale si è parlato di Pittsburgh, con scambio di idee e posti da visitare molto interessante. Non so quanto sono rimasta lì, ma penso quasi tre ore, e il tempo è volato, molto piacevolmente. E ora ho una check list di cose da vedere a Pittsburgh che non finisce più. Awesome!
Poi passeggiata sul ponte e fuochi d'artificio, di cui ho messo il fotomontaggio prima.
questo è uno dei lavori di David.
Era un immagine per uno studio scientifico sull'interazione tra fertilità della donna e l'umore.
Sabato è sempre il giorno della pulizia, ma non solo. Innanzitutto sono andata, molto presto, ad una Rummage Sale, organizzata dalla mia Chiesa. Rummage significa tipo rovistare, quindi potete immaginare di cosa si tratta: una sorta di bolgia di chincaglierie che costano poco o nulla, ma dove puoi trovare sempre qualche perla rara. Prima di tutto, vi metto un'immagine dello spazio. Cioè, metà dello spazio, perchè non riuscivo ad includere tutti i banchetti. Era gigante!
poi un dettaglio, all'inizio, che mi ha fatto temere il peggio. Per fortuna è stato solo un attimo di debolezza, da parte di qualche perpetua.
E ora veniamo ai miei acquisti. Innanzitutto cose per la casa. Ho avuto modo di comprare, per 50 centesimi, un vecchissimo (anni 50?) stendino NUOVO, mai usato, ancora incellophanato, apposta per far asciugare i maglioni. Ragazzi, è il futuro del passato delle casalinghe! È geniale e mi serviva proprio! Si apre, si onta la retina di nylon, si attacca alla vasca con delle ventose, e poi si stende il maglione, che non si deforma. Mamma: questo non ce l'hai nemmeno tu!
E ora il trionfo delle patacche. Ho avuto il buon cuore di mettere quasi tutto in una foto, per salvare spazio e tempo. Ho comprato due bicchieri da vino, per arrivare ad un totale di 6, perchè meno di sei persone non vengono, alle mie cene.
Poi vedete una tazza della marca Hershey's, famosa per il cacao e ora anche per cioccolati spaventosi. Io mi fermo alla polvere di cacao. Poi un piccolo mappamondo, tanto per ricordarmi che sono dalla parte opposta a voi. E poi... un tacchino di Thanksgiving! Un tacchino Father Pilgrim, suppongo, che non potevo non mettere nella mia collezione di uccelli.
Il pezzo di cui vado più fiera, però, è un libro che solo io e la mia Nonna potremmo leggere e comprare. A me è costato $1. Si tratta di storie assurde, balenghe, curiose, riguardanti "scene dai letti di morte, conversioni straordinarie e incidenti di viaggio". Ma la cosa più incredibile, e magari mi sbaglio, è che il libro ha un copyright (e una consistenza) del... 1885! Possibile che io abbia tra le mani un libro così strambo e così vecchio, per solo un dollaro?
Mi rammarico solo che è in inglese, perchè lo avrei spedito subito alla mia nonna, avida di letturacce come me. Mi ricordo ancora quando cercavo i libri più assurdi nei remainders di Milano, per poi mandare tutto a lei, una volta passata la mia censura. Censura che funzionava al contrario: se non era abbastanza strano e inconveniente, non valeva la pena di leggerlo. Che la nonna fa fatica a leggere, vorrai mica farle fare fatica per nulla!
Un altro pezzo che ho preso, anche se ho una lista molto più nutrita, riguardante gli elettrodomestici (che mamma e nonna si spartiranno a Natale) è questo sbattitore elettrico NUOVO, e recente, mai usato e tutto incellophanato anche lui. Tanto valo provare, no? e poi mi serve per la pizza e il tiramisù, quando mi vengono richiesti. Lo proverò a breve. $5. Chissà quanto dura. L'ho preso alla Rummage Sale solo perchè era intonso, e mi serviva.
Ho comprato anche una pirofila Pyrex e un piatto di vetro, con decori, in caso di ospiti.
Velocemente, ecco altri due libri: quello a sinistra viene da Amazon, e penso che mia sorella lo vorrebbe sfogliare spesso. È davvero interessante, più di cultura, che di ricette, e mi è stato spedito da Manchester, UK. Dentro ci ho trovato uno scontrino della spesa, del 2011!
Il libro sulla destra l'ho trovato alla Rummage Sale, e non potevo non comprarlo, con cotanto maschio americano in copertina. È un incrocio tra Antonio Albanese e Gerri Scotti.
La mia missione, d'ora in poi, è capire quale sia la cucina americana, pizza e cibo cinese a parte. So già che troverò cose interessantissime.
Sotto: con la farina di manioca che ho preso, ho inventato una sorta di marzapane interessantissimo. La consistenza è quella del marzapane classico, ma più soffice. C'è solo aroma di mandorle che, per come l'ho dosata, richiama decisamente la mandorla ma non così esageratamente come nel marzapane. E poi zucchero e un pelino di ginger. È buonissimo, sembra un confetto delicato e morbido, ma devo capire bene in che forma farlo: forse è meglio a biscottini singoli, perchè a forma di pane, da tagliare a fette, è meno piacevole. Nella foto l'ho tagliato a bocconcini, infatti, ed è meglio.
Dopo la vendita di beneficienza sono andata di filato a vedere una mostra in Downtown. In realtà ero lì per seguire un workshop di decorazioni natalizie, fatte con meteriali di riciclo. Poi però ho visto che la galleria ospitava dei pezzi stupendi. Ho recensito tutto sull'altro blog:
eccolo qui. Vi metto un paio di foto che ho fatto, solo per rendere l'idea: erano pezzi elegantissimi, tutti ottenuti da legni riciclati da palazzi demoliti, oppure da alberi abbattuti in contesti urbani.
Avrei invece dovuto cominciare con dirvi della grande cena a base di risotto che ho organizzato a casa di Eric (nella foto, con Mister Martin - il gatto) Eravamo in 4 amici al bar, come diceva la canzone, e io ho fatto risotto al vino rosso, per tutti. È piaciuto moltissimo e la serata è stata una intro stupenda per il resto della settimana.
Voglio esagerare e continuerò col dirvi anche che sabato sera, ieri sera, sono andata al cinema con un amico, a vedere un film del Three Rivers Film Festival. Volevamo andare ad un concerto, ma io ho pasticciato coi biglietti (cioè, non li ho presi...) e alla fine siamo andati a vedere un film in bianco e nero, muto, con un'orchestra che suonava la colonna sonora dal vivo, in sala. È stato pazzesco, davvero stupendo. Il film, del 1924, era molto interessante e il titolo era:
HE who gets slapped, ossia LUI che si fa schiaffeggiare. Una storia un po' drammatica, ma interessante, su questo
professore che diventa clown, quando il suo nemico gli ruba le teorie alle quali stava lavorando.
Noi siamo andati lì ma eravamo pronti a scappare in qualsiasi momento, appena fosse diventato troppo noioso. Ma alla fine siamo rimasti fino alla fine, perchè era stupendo. Una scoperta, davvero! E questa orchestra, con tre persone, suonava una musica adattissima, per un'ora e mezza, cambiando strumenti e tenendo il ritmo perfettamente. L'orchestra stessa, da Boston, ha composto la musica per il film. Ogni anno vengo a PGH per il Three Rivers Film Festival.
Ma come fa Pittsburgh a riservarti sempre così tanta bella roba, tutto una cosa dietro l'altra?!?!
Wow... ora mi devo preparare al resto della settimana. E quest'anno Thanks Giving (quello vero, giovedì) sarà stupendo, tutto in... family! Vi racconterò a tempo debito.
Per ora saluto tutti, inclusa la mia ciurma milanese, che nonostante mi fossi ripromessa di non sentire questo weekend (a causa di Skype) poi ho chiamato e ho voluto sentire tutti tutti.
Perchè qui ci sto bene, ho scelto io di venirci. Però la famiglia è la famiglia...